Il lievito influisce sulla buona digestione?

Spesso associamo il lievito a una cattiva digestione o al senso di gonfiore che possiamo provare dopo aver mangiato una pizza. Ma possiamo dire senza indugi che si tratti, a tutti gli effetti, di un falso mito.
Per fare più chiarezza sul legame tra lievito e digestione dobbiamo prima di tutto fare un passo indietro e capire meglio che cos’è la fermentazione. Questo processo è conosciuto fin dall’antichità perché veniva utilizzato come mezzo di conservazione dei cibi in mancanza dei moderni frigoriferi: la presenza di alcuni microrganismi, infatti, ostacolava la crescita di quei batteri che sono alla base del deperimento degli alimenti.  

In natura si possono distinguere due tipi di fermentazione: quella lattica e quella alcolica.

La fermentazione lattica è quella, per esempio, attraverso cui otteniamo lo yogurt e consiste nella trasformazione del lattosio in acido lattico. Proprio questo richiamo riesce già a farci intuire che la fermentazione può essere considerata come sinonimo di benessere. Lo yogurt, infatti, è uno dei prodotti che è maggiormente in grado di garantire la regolarità e l’equilibrio del nostro intestino
E nel caso della fermentazione alcolica, invece? Quest’ultima consiste in un processo attivato dal lievito in assenza di ossigeno che permette di liberare l’energia contenuta dal glucosio, sviluppando alcol e anidride carbonica. Grazie a questo processo, il lievito diviene il protagonista incontrastato della preparazione di alcuni dei prodotti più importanti che ci sono sulla nostra tavola. Questi, infatti, acquisiscono alcune delle loro caratteristiche proprio grazie alla fermentazione. Stiamo parlando del vino, della birra, del pane e della pizza. Il lievito, in altre parole, è portatore sano di quegli aspetti che hanno reso questi prodotti un must della nostra dieta alimentare. Solo per fare due esempi, il sapore del vino e la morbidezza del pane sono legati proprio a questo processo.  

Fermentazione e digestione: un legame vincente   

Ma la vera domanda è se il lievito, attraverso il processo fermentativo, influisca positivamente anche sulla digestione di questi prodotti, in particolare del pane e della pizza, oltre che sul loro aspetto esteriore e sul gusto. Ebbene sì, il lievito gioca un ruolo anche in questo caso.

Siamo spesso portati a pensare che il lievito, che ha fatto crescere l’impasto, continui a gonfiare anche dentro il nostro stomaco e quindi sia un ostacolo alla digestione, provocando un senso di malessere. In realtà non è così: nel momento in cui l’impasto viene sottoposto alla cottura, il lievito “muore” e quindi la sua azione lievitante si esaurisce del tutto.

Le cause di una cattiva digestione sono quindi da ricercare non tanto nella presenza di lievito negli alimenti o in una presunta intolleranza ad esso, ma nel mancato rispetto dei tempi corretti in termini di lievitazione e maturazione dell’impasto.

Il lievito, infatti, agendo sull’impasto con la fermentazione prima che venga cotto, avvia proprio quello stesso processo che si svolgerà poi all’interno del nostro corpo, rendendo di fatto più digeribile l’alimento. Possiamo dire che viene attivata una sorta di “digestione anticipata”.

Gli enzimi del lievito che entrano in contatto con la farina, infatti, iniziano a frammentare le lunghe catena proteiche, scindendo gli amidi e i grassi e, quindi, garantendo una piena e più facile digeribilità del prodotto.  

Il lievito come integratore: un mondo di benefici per la digestione ma non solo…

Come abbiamo visto il lievito lo ritroviamo in molti alimenti chiave della nostra alimentazione e la sua azione va a sostegno proprio del nostro apparato digerente. Le sue funzioni, tuttavia, non si limitano a questo. Il lievito, infatti, non lo assumiamo solo in quanto ingrediente di alcuni alimenti ma lo ritroviamo anche sotto forma di integratore alimentare. In questo caso si tratta di lievito secco, privato della sua capacità fermentativa a differenza di quello fresco; state tranquilli, nessun rischio di fermentazione nel nostro intestino! 
Questa modalità di assunzione garantisce ulteriori benefici, infatti, il lievito in forma di integratore mantiene tutte quelle caratteristiche benefiche per il nostro organismo, a differenza del lievito presente nell’impasto in cui queste sostanze si degradano con la cottura. 

Eccolo, quindi, nella sua veste di regolatore della funzione intestinale, in quanto agisce direttamente sulla nostra flora batterica, rafforzando quella microbica buona e contrastando l’azione di quella nociva. Viene così garantito l’equilibrio del nostro organismo e un più facile transito intestinale. Oltre ad avere una funzione regolatrice, il lievito agisce anche come protettore delle nostre mucose gastriche e intestinali, funzione protettiva e rigenerante che esercita anche sulla pelle.

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